La Visione Creativa dietro il People’s Puskás con Olivia Ema
Frederik Hvillum
.jpg)
Al centro del People’s Puskás di quest’anno c’è Olivia Ema, una creative technologist e artista digitale con sede a Londra. Scopri il suo processo creativo, le fonti di ispirazione e come la tecnologia di Veo ha influenzato il suo approccio nel catturare la magia dei momenti più sottovalutati del calcio.
In Veo, crediamo nel potere della collaborazione creativa e nel favorire l’innovazione attraverso partnership con talenti che portano nuove prospettive e idee.
La nostra recente collaborazione con Olivia Ema ne è un perfetto esempio. Il suo lavoro per il People’s Puskás di quest’anno mostra come la tecnologia emergente e la visione artistica possano unirsi per raccontare storie avvincenti.
Continua a leggere per scoprire il processo creativo di Olivia, le sue ispirazioni per il progetto e come la tecnologia di Veo abbia influenzato il suo approccio.

Potresti iniziare con una breve presentazione e spiegare come sei entrata a far parte del progetto People’s Puskás?
Mi chiamo Olivia Ema e sono una creative technologist e artista digitale. Utilizzo la tecnologia emergente per raccontare storie e creare esperienze culturali. La creative technology mi aiuta a insegnare processi legati alla sperimentazione. Inoltre, potenzio le strategie di marketing pensando a come utilizzare questi nuovi strumenti in modi mai visti prima.
Sono entrata a far parte della campagna People’s Puskás dopo aver scoperto la tecnologia di Veo per la ripresa delle partite che altrimenti non avrebbero visibilità perché non trasmesse in streaming. L’idea di concentrarsi sulle sfumature del gioco mi ha subito affascinata. Abbiamo esplorato diversi stili 3D per comunicare il messaggio sui social media e generare maggiore consapevolezza sulla campagna.
Tra le idee della campagna c’era l’uso di effetti visivi (VFX) per aumentare l’attenzione e incoraggiare le candidature, ma ciò che mi ha colpito di più è stata la libertà creativa concessa nel progetto. Vedendo i lavori già realizzati, mi sono sentita ancora più motivata a contribuire con le mie idee.
Ho sviluppato una direzione artistica che combinava uno stile visivo che unisse il collage al motion design e al 3D, tre pilastri fondamentali delle mie competenze. Ho collaborato a stretto contatto con il team di Veo per raccontare in modo creativo la storia di Veo e del People’s Puskás.
Come descriveresti il tuo processo creativo, dall’idea alla realizzazione?
Il mio processo inizia con l’ascolto. Mi immergo nel brief, nelle sfide creative, nelle idee e nelle ispirazioni. Questo approccio intuitivo mi aiuta a connettermi con la visione e l’energia principale che il cliente vuole trasmettere.
Dopo aver ascoltato, prendo appunti e cerco ispirazione su piattaforme come Pinterest, Arena e nel mio archivio di riferimenti. Raccolgo tutto in un mood board, un documento condiviso con l’intero team per garantire allineamento e trasparenza durante l’intero processo.
Una volta approvata la direzione visiva, inizio la fase di sperimentazione creativa. La mia pianificazione e strategia assicurano che il progetto rimanga ispirato e allineato agli obiettivi del cliente, mentre la fase di sperimentazione esplora i limiti di ciò che è possibile realizzare.

Dove trovi l’ispirazione per i tuoi progetti e, in particolare, per il People’s Puskás?
Mi ha ispirato la natura popolare del progetto People’s Puskás, in particolare la sua attenzione alle persone. Questo focus permette una creatività autentica, anche utilizzando tecnologie emergenti o tecniche 3D. La centralità delle persone ha reso ancora più stimolante esplorare riferimenti e sperimentare dal punto di vista creativo.
Il brand o la tecnologia di Veo hanno influenzato il tuo approccio?
Sì, la tecnologia di Veo ha influenzato molto il mio approccio. Lo slogan “Il miglior gol che non hai mai visto” mi ha colpita profondamente perché si allinea con l’idea di catturare momenti che altrimenti passerebbero inosservati, e questo si traduce in modi molto interessanti dal punto di vista creativo.
In che modo questo progetto si differenzia dagli altri a cui hai lavorato?
Questo progetto è stato più pratico rispetto ad altri. Ad esempio, in passato ho lavorato su design più tradizionali, come i collage. Anche se ho amato quel lavoro, il progetto People’s Puskás mi ha permesso di esplorare nuovi strumenti, come l’uso di Unreal Engine.
Ciò che mi ha colpita maggiormente è stata la fiducia e la libertà creativa che mi sono state concesse. Ad esempio, durante un servizio fotografico a Londra, ho proposto spontaneamente di realizzare una scansione 3D di un calciatore, e il team ha accolto l’idea con entusiasmo. Questa apertura alla sperimentazione ha reso il progetto unico ed emozionante per me.